Ansia e balbuzie, esiste una correlazione diretta?

Parlare del rapporto tra ansia e balbuzie risulta quasi spontaneo.
Colui che balbetta infatti sperimenta questa emozione in svariate occasioni.
Ma proseguiamo per gradi.

La balbuzie è un fenomeno complesso che non si limita solo all’eloquio ma include tutta una serie di atteggiamenti e comportamenti che ogni balbuziente vive e gestisce a proprio modo.
A tal proposito essa infatti viene descritta dai più come un iceberg, i cui blocchi e ripetizioni sono solo la punta visibile. Di tutto ciò che sta sotto ha consapevolezza solo la persona che balbetta.
Spesso infatti chi balbetta viene influenzato da un tipo di pensiero il cui elemento fondamentale risulta essere il controllo della parola.

Il legame tra ansia e balbuzie è di tipo biunivoco: l’ansia infatti presenta la balbuzie tra le sue caratteristiche sintomatologiche mentre la balbuzie è una delle conseguenze possibili, quando si prova o ci si trova in una situazione che genera ansia. La balbuzie è presente soprattutto in quella che si chiama ansia da prestazione, ovvero quello stato ansioso che viene a presentarsi in specifiche situazioni in cui il soggetto è impegnato in una prova, ad esempio un esame o una gara sportiva.
L’eccessiva ansia da prestazione può provocare la balbuzie anche in soggetti normofluenti, mentre può aumentarla massicciamente in un soggetto che già balbetta.

La balbuzie invece è influenzata principalmente da due tipologie di ansia: l’ansia sociale e l’ansia anticipatoria.
L’ansia sociale è quella che si avverte quando si deve comunicare qualcosa a qualcuno; in genere aumenta in base al numero degli interlocutori e alla grandezza del luogo in cui ci si trova; spesso chi balbetta difficilmente si inceppa quando parla da solo.

L’ansia anticipatoria è invece quell’ansia che si instaura nel soggetto quando questi ha la paura di nuovi episodi di balbuzie acuta. Spesso si presenta quando il soggetto è consapevole di affrontare una situazione in cui ha già balbettato, e quindi in cui si aspetta di balbettare.

Queste tipologie di ansia inducono spesso all’evitamento di una o più determinate situazioni per la paura di balbettare.
In questi casi il pericolo più grande che si corre è proprio quello dell’evitamento, con il rischio di limitare la propria vita, sia dal punto di vista sociale e relazionale che della realizzazione personale: ordinare al bar un caffè piuttosto che un cappuccino, solo perché la parola caffè “esce meglio” mentre la parola cappuccino no, fa avvertire al soggetto spesso un senso di fallimento e mortificazione, nonché un forte calo dell’autostima.
Stesso risultato produce la consueta abitudine che, per evitare di dire la parola che li farà balbettare, si utilizzano circonvoluzioni, anche in questo caso con conseguente senso di inadeguatezza.
È sempre più frequente trovare soggetti che balbettano con tratti di depressione dovuto proprio a questo sentirsi, per dirla con le parole di J. Sheehan, “un gigante in catene”.

Pertanto un intervento che miri solo ed esclusivamente alla riduzione della balbuzie dal punto di vista linguistico difficilmente potrà essere l’approccio più efficace.
L’attenzione deve essere concentrata sia su una migliore gestione della fluenza e dei blocchi, tramite specifiche tecniche di linguaggio, sia sul lavoro psicologico che porti ad un recupero della fiducia in se stessi e delle costruzioni mentali e comportamentali non funzionali presenti in chi balbetta, nonché una rielaborazione del disagio avvertito quando si balbetta.

Dalla balbuzie si può guarire ma occorrono impegno, volontà e pazienza.
Volere è potere.

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2 risposte a Ansia e balbuzie, esiste una correlazione diretta?

  1. Malandrino Carmelo dice:

    Dalla balbuzie Si può guarire ma occorre impegno volontà e pazienza volere è potere……. Penso che tutti gli ambiti della nostra vita “girano” su questi argomenti. L autostima è come una piantina che va coltivata e curata con amore pazienza e impegno in modo che il gigante sia sempre “libero”da catene così da poter crescere e fiorire liberamente. Buona giornata.

  2. Salvatore Bugliarelli dice:

    Concordo pienamente!

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